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Kenneth T. Spark.
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Kenneth ❌ Kalela ↻#ᴅᴏᴍɪɴᴀᴛɪᴏɴʀᴘɢ
25/04/2019 📌Lions Manor
Kenneth non riusciva a pensare ad altro. Da quando aveva saputo del test non riusciva a non pensare al fatto che quel bambino fosse realmente suo e di come lui avesse rovinato tutto. Aveva lasciato Kalela sola in un momento così difficile, avrebbe dovuto starle accanto e invece se ne era andato sopraffatto dalla rabbia verso il padre e anche verso la donna che amava, convinto che si fosse presa gioco di lui.
Poi però aveva letto quel referto, aveva visto che Kalela aveva ragione riguardo a quanto gli occhi del piccolo Judah somigliassero ai suoi. Era suo figlio e Kenneth voleva essere il tipo di padre che Darren non era riuscito ad essere, anche se ancora non sapeva bene come fare.
E adesso era lì, seduto sul divano di casa Lions a osservare il piccolo dormire sereno. Kalela aveva ragione anche su quello: era un bambino molto tranquillo.
-È davvero il bambino più bello di questo mondo. Lo avevo già detto, ma non riesco a pensare o a dire altro. So solo che farò di tutto affinchè sia al sicuro da quel folle di Darren.-
Non riusciva neanche a chiamarlo papà, sapere cosa aveva fatto era stato il punto decisivo per capire che non voleva più avere a che fare con i giochi sporchi di suo padre e per convincerlo che ogni cosa che Kenneth avrebbe fatto di lì in poi sarebbe stata finalizzata a essere il più diverso possibile da suo padre.
-Judah, ti prometto che sarò un bravo papà e che mi impegnerò affinchè tu e la tua mamma siate felici.-
Disse quelle ultime parole guardando dritto negli occhi Kalela, voleva che capisse che non erano solo parole ma che il suo impegno era reale.Attached Image
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Ero rimasta d'accordo che dopo pasqua avrei visto Kenneth per fargli conoscere il bambino, lo Spark non si era fatto più vedere da un mese. Durante la mia perdita di memoria per colpa della violenza subita dal mio ex ero rimasta da sola con Judah, ero riuscita in poco tempo a recuperare il vuoto di tre mesi grazie a dei diari e ai racconti delle mie sorelle e l'amore e poi la rabbia erano tornate una dopo l'altra nei confronti di Kenneth. Lui mi aveva lasciato, aveva dubitato di me, in parte poteva avere ragione come si poteva ricordare una notte da ubriachi cinque mesi prima e poi per altri due mesi non ci siamo nemmeno più rivolti parola.
Una cosa che ho capito durante quel mese è che bisogna perdonare, perdonare ma non dimenticare e non voglio negare a mio figlio un padre, Kenneth nelle sue parole sembrava sincero e da quando era qui già aveva calmato il piccolo dalle lacrime più di una volta in un ora e non è cosa da tutti.
Prendo il piccolo Judah dalle sue braccia perché adesso è l'ora della pappa, mi volto di schiena per scoprirmi il seno ed lo allatto. I miei genitori mi avevano lasciato la casa libera per avere un po' di intimità tra di noi, mia madre non voleva andarsene ma mio padre era riuscita a portarla a lavoro, non ha tutti i torti a non fidarsi di lui e anch'io ancora non mi fido.I segni sono ancora evidenti dopo un mese, le botte in maggioranza si erano riassorbite ma ho ancora i punti al naso e sul labbro, mi aveva distrutto gran parte del viso.
- Gli piaci. Sai anche tua madre questa settimana, è passata una volta lo ha conquistato immediatamente, non so se te l'ha detto. Ci ha visto subito i tuoi occhi. -
Faccio un lungo sospiro perché adesso dobbiamo parlare seriamente, un test non basta per far passare ogni dubbio.
- Il test dice che sei tu il padre ma ti sei ricordato l'evento di sei mesi fa o non ti sei fatto domande? Io mentre spulciavo il diario ho letto una frase e mi è parso di sentire la tua voce, mi ha fatto ricollegare tutto. Il destino si prende gioco di noi a quanto pare siamo davvero Romeo e Giulietta. -. -
Kenneth T. Spark.
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Romeo e Giulietta, conosceva bene la tragedia di Shakespeare e spesso aveva pensato a loro due proprio come i protagonisti, separati da due famiglie che non riescono ad andare d’accordo, e ora lei faceva lo stesso paragone. All’improvviso quelle parole lo riportarono indietro a sei mesi prima, a quella bizzarra festa in maschera da cui si era ritirato prima per divertirsi in altro modo.
-No non può essere.-
Mormorò non sapendo bene se la donna lo avesse sentito ma guardandola tutto sembrava combaciare alla perfezione, la voce, i ricci biondi, tutto coincideva. Come aveva fatto a non arrivarci prima? Come aveva potuto dimenticare un dettaglio tanto importante? Ma soprattutto come aveva fatto a non capire che la sconosciuta della festa in maschera e Kalela, la sua Kalela, non erano che la stessa persona?
-La festa in maschera, sei mesi fa, eri tu ma io sono stato troppo stupido per capirlo. Sei sempre stata tu.-
Si sentiva davvero stupido e l’idea che questo lo aveva solo allontanato dalla donna che ama non lo aiutava a togliersi quell’idea dalla testa.
-Avrei dovuto ripensare più spesso a quella notte, mi avrebbe permesso di non comportarmi come uno stronzo. La lista delle cose a cui devo porre rimedio si allunga sempre di più. Ma sono disposto a depennare tutto al più presto.-
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E come ogni storia romantica in questo momento avrei dovuto precipitarmi al suo collo e baciarlo per poi sorridergli facendo due occhi a cuoricino ma peccato che questa non è una favola ma una fottuta drammatica vita. Direi una bugia a dire che non lo amo più dopo tutto quello che abbiamo passato in questi mesi ma il fatto è che adesso amo più me stessa e devo amarmi sennò non posso amare mio figlio come merita.
Tengo lo sguardo basso su mio figlio mentre gli asciugo la bocca col bavaglino e mi copro di nuovo. Mi volto e alzo appena lo sguardo su di lui e noto che è seriamente sconcertato e a me viene solo da ridere ma cerco di trattenermi.
- Come pensavi che ci fossimo incontrati sei mesi fa sennò? Non sono mica la Madonna niente succede per miracolo. Se mi amavi Kenneth anche se non fosse stato tuo, visto che non ti ho mai tradito avresti dovuto rimanermi accanto ma non l'hai fatto. Non posso nemmeno biasimarti è una grossa responsabilità avere un figlio ma eccoti qua. Forse ero la tua Giulietta, forse tu il mio Romeo ma da quando stiamo insieme abbiamo avuto solo disgrazie e Judah è l'unica cosa buona che ne è uscita ed è a lui che dobbiamo dedicare il nostro amore e su di lui solamente mi concentrerò. -
Mentre parlo le mie parole sono spezzate, soffro nel parlare, mi fa un male cane dirgli tutto questo perché io non penso nemmeno una cosa di quello che ho detto. Il nostro amore è stata la cosa più bella che avessi mai avuto in tutta la vita e Judah è la nostra realizzazione. Non posso fidarmi subito di lui. Cerco di non lasciarmi sopraffare dalla tristezza e di intonare qualcosa per cullare Judah. Dalla mia voce però esce solo uno stridulo, non riesco più a cantare e me ne ero dimenticata e non voglio che Ken mi senta così.. -
Kenneth T. Spark.
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Gli faceva male vederla soffrire così tanto, gran parte delle colpe erano sue, aveva sbagliato tutto fin dall’inizio e recuperare ogni singola azione errata adesso era davvero troppo difficile. Non poteva ottenere tutto ciò che desiderava con uno schiocco di dita, in amore soprattutto non funzionava così e lui lo stava imparando testandolo personalmente.
-È vero, abbiamo avuto una lunga serie di casini da quando ci siamo conosciuti ma Judah è davvero la cosa più bella che io sia riuscito a fare, forse perché ha più di te che di me. Guardandolo io non riesco a pensare a tutte le cose difficili che abbiamo passato ma ai momenti bellissimi che abbiamo vissuto.
Voglio solo che tu e Judah siate felici e se questo vuol dire lasciarvi spazio cercando di essere il più possibile sarà proprio quello che farò-
Kalela era ferma nelle sue parole, anche se Kenneth era sicuro che quelle sue stesse parole facevano male a entrambi nello stesso identico modo. Lei non riusciva a cantare, anche se fa di tutto perché non si noti Kenneth non riesce a non farci caso. Amava la voce di Kalela, sentirla cantare era una delle cose che più lo intrigava e era sicuro che quel suono che aveva intonato non era la sua solita voce.
-Posso provare a cantare qualcosa io per Judah? Non sono molto intonato ma mi farebbe piacere provare.-
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- Tu? Non sapevo fossi capace ma va bene provaci. -
Sarebbe riuscito sicuramente a far meglio di me visto che dalla gola non riusciva ad uscire proprio un bel niente. Lascio andare Judah di nuovo nelle braccia di Kenneth, la sua espressione è così serena, è un angelo e sono contenta che abbia già feeling con suo padre. Sarebbe un così bel momento per una foto di famiglia, siamo così belli e per fortuna le foto fanno vedere solo l'aspetto esteriore e non la sofferenza che ho interiormente.
Mentre Kenneth canticchia e cullo il piccolo gli osservo, Judah è la mia fotocopia a parte gli occhi ma l'espressioni sono identiche a Kenneth.
- Sono stata intubata per quattro giorni e mi è venuta un infezione alle corde vocali, dovrei guarire, mi hanno detto di non sforzarmi e di bere solo cose calde. Spero di poter di nuovo ritornare a cantare, la musica è la mia vita oltre al piccolo e ho scritto una canzone per lui che vorrei presto pubblicare. -
E' inutile nascondergli le cose mi conosce talmente bene da accorgersene, mi ricorderò sempre quando fece quel casino perché mi aveva importunato un collega durante un videoclip, fu una tragedia ma a lui è sempre importato di me fino al coma.. -
Kenneth T. Spark.
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-Non lo sapevi perché non ne sono capace, ottimo ballerino ma pessimo cantante però se mi sforzo riesco a non stonare Twinkle Twinkle little star e direi che non è male come risultato.-
Scherzò iniziando a mugugnare la melodia mentre il bambino stringeva con forza il suo dito. Aveva una presa decisa per essere un bimbo di appena un mese di vita e questo lo portò a sorridere, chissà quante cose aveva ancora da imparare su suo figlio.
Smise subito di canticchiare quando Kalela prese la parola per dirgli cosa le era successo quando era finita in ospedale. Sapeva bene quanto lei amasse cantare, lei stessa la considerava una parte importante della sua vita e ora non vi riusciva più.
-Sono sicuro che con il giusto riposo riuscirai di nuovo a cantare, e quella canzone sarà un successo, come tutte quelle che sia tu che le ragazze avete pubblicato. Sai ogni volta che usciva un vostro singolo nessuno osava rivolgere parola a Darren perché diventava terribilmente iracondo. Vi temeva dal punto di vista musicale. Per fortuna che adesso non si occupa più della casa discografica, senza di lui siamo tutti molto più sereni alla Sparkling e spero che questo duri più a lungo possibile.-
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- Saresti perfetto, sai ballare, sei un genio con calcoli e sei una persona eccezionale...-
Me l'ero fatta quasi scappare di bocca, non dovevo forse, ma vederlo lì col bambino canticchiare mi faceva sorridere ed era di questo che mi ero innamorata di lui. Ha sempre voluto dimostrare di essere un uomo forte e maturo, ma nonostante la sua maschera è un uomo eccezionale con i suoi difetti che mi hanno fatto soffrire come non mai, ma alla fine ci siamo fatti male entrambi. Sia per me che per lui è la prima volta che siamo innamorato, che abbiamo una relazione, o almeno avevamo una bella relazione nonostante gli alti e bassi non abbiamo mai messo in dubbio i nostri sentimenti per me Kenneth è stata la prima relazione sana.
- Lo sapevo! Me l'aspettavo! Darren geloso ma tu mai me lo avresti detto all'inizio mi ricordo ancora quando tu mi dissi che i nostri cd erano ridicoli, era tutta scena eh? -
Scoppio a ridere tappandomi poi subito dopo la bocca, non volevo stuzzicarlo però mi fa piacere sentire questo da lui.. -
Kenneth T. Spark.
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-Ci ho messo un po’ ad apprezzare la vostra musica, prima non mi sarei mai soffermato nemmeno ad ascoltarla, ma riguardo a Darren non ho dubbi. Vi ha sempre temuto, temeva soprattutto che qualcuna di voi iniziasse a fare rap e che lo facesse bene.-
Sapeva bene quanto suo padre fosse orgoglioso del fatto di essere il massimo esponente del rap di Atlanta e l’idea che qualcuno potesse in qualche modo detronizzarlo, e che qualcuno non fosse Shawnee, lo rendeva decisamente irritabile.
-Comunque non voglio parlare di Darren, torniamo a parlare di quanto io sia eccezionale, bello e intelligente contemporaneamente, è un argomento decisamente più interessante. Ah dimenticavo che sono anche molto modesto.-
Scherzò nel tentativo di alleggerire un po’ il discorso e per far ridere Kalela. Non voleva che quel momento comunque piacevole venisse rovinato dall’ombra di quello che ormai aveva ribrezzo anche a definire padre.
-Nostro figlio ha praticamente la musica che gli scorre nelle vene. Credi Judah abbia più le tue doti da cantante o le mie da affascinante ballerino?-. -
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Scoppio a ridere sentendo quello che avesse da dire Kenneth, riesce sempre a tirarmi su da un argomento così pesante. Nascondo la mia risata con una mano davanti alle labbra poi prendo da mangiare un biscotto dalla scatola che avevo proprio lì davanti, certe voglie ancora non mi sono passate.
- Tesoro non ti ricordi che io sono la miglior rapper donna di Atlanta? Io Reppo e anche da dio fa bene a temerci. Non ho avuto l'occasione ancora di fare un singolo rap ma prima o poi lo farò deve solo aspettarmi. -
Guardo il mio bambino che ancora sorride e mi fa ancora più felice, mi piace che abbia un'ambiente così sereno e scherzoso intorno a lui, gli tengo la mano e lui mi prende il dito stringendolo saldamente è proprio dolce.
- Potrebbe essere sia cantante che ballerino o magari potrebbe fare l'avvocato o il tatuatore o il cameriere. Qualsiasi cosa scelga di fare lo appoggeremo sempre va bene? Certo a parte fare cose illegali. Sicuramente è bellissimo e da grande lo sarà ancora di più ha dei geni ottimi. -
Il bambino chiude gli occhi lentamente ancora nelle braccia del papà, tra poco dovrò salutare Kenneth perché il bambino va messo a letto e vorrei riposarmi anch'io. -.
KENNETHXKALELA 25.04.2019 |
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